Descrizione
Roccia che contiene notevoli quantità di minerali argillosi, in specie montmorillonite, e denominato dalla località di Fort Benton nel Wyoming.
Per lo più si ritiene originata per devetrificazione o decomposizione parziale di ceneri vulcaniche vetrose; di tufi vulcanici, o formata in situ per devetrificazione di colate laviche; o anche per decomposizione di intrusivi ipoabissali, o perfino di origine organogena.
Caratterizzata dall’abito micaceo e dall’elevata birifrangenza dei minerali componenti. La bentonite risulta dall’unione di sostanza colloidale, sostanza cristallina, a grana molto fina; e da impurità incluse.
Può assorbire fino a tre volte il suo peso e dieci volte il suo volume d’acqua rigonfiando fortemente fino a 10 volte il volume primitivo e formando una massa gelatinosa plastica che assomiglia al sapone molle e in maggiore quantità di acqua una sospensione permanente.
In campo farmaceutico viene utilizzata come “colloide idrofilo”. Dispersa nell’acqua la bentonite ne aumenta la viscosità o dà luogo alla formazione di geli. Viene impiegata come stabilizzante di sospensioni e di emulsioni O/A, oppure come eccipiente per pomate.
L’idrogel di bentonite ha carica negativa e quindi le sue proprietà sono notevolmente influenzate dalla presenza di elettroliti. È incompatibile con ioni calcio e polivalenti. Il carattere idrofilo della bentonite può essere trasformato in lipofilo se nel reticolo cristallino si sostituiscono parzialmente gli ioni Al3+ (o Mg2+, Ca2+) con ioni dimetil-dialchilammonio.
È possibile allora ottenere il rigonfiamento con liquidi meno polari dell’acqua ed anche con oli. Concentrazioni d’uso: 2-5% . La viscosità delle dispersioni aumenta con il tempo.